Si entra in punta di piedi in questo romanzo di Sacha Naspini, come se si camminasse sui sassi di un fiume, con la sensazioni a volte di scivolare. Poi mano a mano che la storia si snoda, ci entri dentro con l'anima: ti prende, ti avvolge, non riesci quasi a farne a meno, devi sapere come va a finire, a quale verità porterà, cosa nasconde ogni pagina e cosa svelerà. Sacha Naspini, giovane scrittore toscano, racconta “I sassi” (Edizioni Il Foglio, 12 euro) con una facilità impressionante di scrittura, morbida, avventurosa, dolce a seconda dei tratti che va a dipingere: di verde-avventura tutto quello che ruota attorno ad un pezzo di antiquariato; di “noir” la sete di vendetta che mai si è sopita in trent'anni; di rosso l'amore e la passione che inevitabilmente accompagna i personaggi. Ma non manca il sapore del viaggio lungo le grandi capitali europee, e soprattutto quello antico e malinconico di Praga. “I sassi” è un romanzo che si snoda in Europa partendo dall'Italia, ti accompagna alla scoperta del mondo andando in evitabilmente a scoprire la verità, la soluzione di tutta la storia. Due protagonisti che sembrano incontrarsi per caso, ma non proprio tanto, vite apparenti che si raccontano attraverso un gioco di carte. Ed è tutto in questo concetto di “ gioco.. scoperta.. verità” che si arriva alla conclusione, un finale che lascia spiazzati, ma che non lascia l'amaro sapore in bocca della vendetta. Bello e toccante il passo: “In fondo ogni uomo è una pietra, a suo modo. [...] Le vite sono come i sassi, rotolano una accanto all'altra, cozzano, si rompono in frammenti; e i frammenti si scontrano con altri frammenti… Una vita può raccontare altre vite, o esserne il riassunto...”.
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