Recensione a cura di Gianluca De Salve
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Tormenti adolescenziali in un crescendo emotivo
Due pensieri, una pistola e il desiderio di essere qualcuno
In una città inglese, Brighton, due amici cominciano ogni giornata con un percorso preciso, ripetitivo, puntuale e temuto sin dal suo inizio. Il viaggio in pullman da casa fino alla scuola. Fino a quel luogo che è il teatro di Never Alone. Anzi, più precisamente, è il fulcro da cui nascono e si propagano come schegge impazzite emozioni e sentimenti classici del periodo adolescenziale. Emarginazione, timidezza, amore, amicizia, solitudine e prepotenza sono alcuni di questi frammenti che vanno a colpire senza freno, come se piovessero dal cielo, i personaggi principali del romanzo, Art e Ruben.
E’ il loro rapporto a dettare i tempi di ogni pagina del libro. Un ritmo incessante, coinvolgente e in continuo crescendo. Sostenuto da sogni e paure che non lasciano spazio a nessun tipo di frenata. Art e Ruben vivono spesso in maniera conflittuale la loro amicizia ma sono legati tra di loro da un vincolo dal quale non vogliono e non riescono a staccarsi mai completamenti. Tra di loro il contrasto più evidente nasce dal desiderio di Art di affermarsi, di uscire dalla zona oscura dell’isolamento, di farsi notare dalla ragazza più bella della scuola e di aprirsi a nuovi mondi. Ruben, invece, preferisce rimanere in disparte, si conforta della sicurezza che può dare la solitudine, crede che sia meglio non farsi notare, non cercare di emergere, evitare di lanciarsi in progetti o sogni troppo grandi da realizzare che portano con se soltanto sofferenza e dolore derivanti dall’inevitabile fallimento.Tra di loro si insinua una pistola, quella che Art prende di nascosto a suo padre. Come un talismano li rende più forti, portarla nascosta sotto il giaccone li fa sentire più sicuri di se e quei colpi che qualche volta vanno a sparare, in una zona abbandonata fuori città, li libera da ogni frustrazione.
Naspini dà vita a un romanzo adolescenziale che ci sorprende con un’intensità emotiva figlia di continue riflessioni, apparentemente in contrasto tra di loro, ma che in realtà si fondono in un unico pensiero che non lascia respiro senza cadere in facili giudizi morali. La trama del libro, nella sua lucida follia, prende sempre maggiore velocità verso un finale che ci sorprende come lo sparo di una pistola totalmente inaspettato, di cui non riusciamo a capire la provenienza ma del quale sentiamo soltanto il rumore assordante nelle orecchie e l’impatto del proiettile che ci colpisce in pieno stomaco senza alcun tipo di preavviso.
Gianluca De Salve
Due pensieri, una pistola e il desiderio di essere qualcuno
In una città inglese, Brighton, due amici cominciano ogni giornata con un percorso preciso, ripetitivo, puntuale e temuto sin dal suo inizio. Il viaggio in pullman da casa fino alla scuola. Fino a quel luogo che è il teatro di Never Alone. Anzi, più precisamente, è il fulcro da cui nascono e si propagano come schegge impazzite emozioni e sentimenti classici del periodo adolescenziale. Emarginazione, timidezza, amore, amicizia, solitudine e prepotenza sono alcuni di questi frammenti che vanno a colpire senza freno, come se piovessero dal cielo, i personaggi principali del romanzo, Art e Ruben.
E’ il loro rapporto a dettare i tempi di ogni pagina del libro. Un ritmo incessante, coinvolgente e in continuo crescendo. Sostenuto da sogni e paure che non lasciano spazio a nessun tipo di frenata. Art e Ruben vivono spesso in maniera conflittuale la loro amicizia ma sono legati tra di loro da un vincolo dal quale non vogliono e non riescono a staccarsi mai completamenti. Tra di loro il contrasto più evidente nasce dal desiderio di Art di affermarsi, di uscire dalla zona oscura dell’isolamento, di farsi notare dalla ragazza più bella della scuola e di aprirsi a nuovi mondi. Ruben, invece, preferisce rimanere in disparte, si conforta della sicurezza che può dare la solitudine, crede che sia meglio non farsi notare, non cercare di emergere, evitare di lanciarsi in progetti o sogni troppo grandi da realizzare che portano con se soltanto sofferenza e dolore derivanti dall’inevitabile fallimento.Tra di loro si insinua una pistola, quella che Art prende di nascosto a suo padre. Come un talismano li rende più forti, portarla nascosta sotto il giaccone li fa sentire più sicuri di se e quei colpi che qualche volta vanno a sparare, in una zona abbandonata fuori città, li libera da ogni frustrazione.
Naspini dà vita a un romanzo adolescenziale che ci sorprende con un’intensità emotiva figlia di continue riflessioni, apparentemente in contrasto tra di loro, ma che in realtà si fondono in un unico pensiero che non lascia respiro senza cadere in facili giudizi morali. La trama del libro, nella sua lucida follia, prende sempre maggiore velocità verso un finale che ci sorprende come lo sparo di una pistola totalmente inaspettato, di cui non riusciamo a capire la provenienza ma del quale sentiamo soltanto il rumore assordante nelle orecchie e l’impatto del proiettile che ci colpisce in pieno stomaco senza alcun tipo di preavviso.
Gianluca De Salve
Never Alone
Autore: Sacha Naspini
Voras Edizioni
112 pagine
Euro 12,00
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