"Gentili telespettatori (…) Come vedete oggi siamo in compagnia di un personaggio molto speciale: Dino Carrisi (…) il mito". Queste sono le parole che un giornalista televisivo utilizza per introdurre la persona inquadrata dalla telecamera e che si appresta a intervistare: Dino Carrisi, boxer due volte campione del mondo, da dieci anni barricato in casa.
L’occasione che gli si prospetta è di quelle da prendere al volo: uno sportivo con alle spalle una vita dura e avventurosa e che ha tagliato i ponti con il mondo, decide di raccontare se stesso in televisione, partendo dagli inizi, dai combattimenti clandestini nei sotterranei dei casinò, fino alle vittorie e ai flash dei fotografi, e poi ancora più in là, dall’apice della carriera ai venti anni di carcere che si è trovato a scontare per un’accusa di omicidio.
Carrisi si aprirà in una confessione che abbraccia sia la vita sportiva che quella privata, e che condurrà il lettore in mezzo a intrighi, ricatti, omicidi, tradimenti e aspettative, in cui il rispetto e la gratitudine possono spingere a sopportare pesanti punizioni, senza tuttavia che il fuoco della vendetta smetta di covare sotto le ceneri.
Questo è Cento per Cento di Sacha Naspini: un romanzo breve pubblicato dalle Edizioni Historica nella collana Short-Cuts che stupisce per la capacità dell’autore di rendere in maniera assolutamente credibile la figura di un boxer d’altri tempi, dosando in maniera precisa gli ingredienti della narrazione.
Quella scelta da Naspini è una scrittura asciutta, senza fronzoli, che ben si adatta alla caratterizzazione del personaggio principale di Cento per cento: burbero, maggiormente abituato a usare i pugni piuttosto che le parole, indurito dalla vita, dal carcere, dalle cicatrici che ha sul corpo e nell’animo. Un racconto narrato con voce ferma e decisa nonostante la menomazione che Carrisi ha riportato durante un incontro clandestino e che lo costringe a parlare come se avesse una patata in bocca, intervallato da frequenti sigarette o sorsi di grappa, indispensabili per sorreggerlo durante l’intervista e per consentirgli di arrivare in fondo, di esaurire il racconto del passato per ritrovarsi nel presente, fino al colpo di scena contenuto nell’ultima riga del libro.
E “tutto questo per dire che io sono nato pugile punto e basta”, come recita la quarta di copertina. “Al cento per cento. Non al settanta. O al novantanove. Al cento per cento, signori miei. E uno così, in questo mondo di pugili al sessanta e all’ottanta per cento, fa baldoria, credetemi”. Come per tutte le più riuscite metafore della vita e dell’arte, credo che questa regola sia applicabile anche al di fuori della boxe. Forse, in fondo in fondo, la diversità tra un uomo e un altro è solo una questione di percentuali.
L’occasione che gli si prospetta è di quelle da prendere al volo: uno sportivo con alle spalle una vita dura e avventurosa e che ha tagliato i ponti con il mondo, decide di raccontare se stesso in televisione, partendo dagli inizi, dai combattimenti clandestini nei sotterranei dei casinò, fino alle vittorie e ai flash dei fotografi, e poi ancora più in là, dall’apice della carriera ai venti anni di carcere che si è trovato a scontare per un’accusa di omicidio.
Carrisi si aprirà in una confessione che abbraccia sia la vita sportiva che quella privata, e che condurrà il lettore in mezzo a intrighi, ricatti, omicidi, tradimenti e aspettative, in cui il rispetto e la gratitudine possono spingere a sopportare pesanti punizioni, senza tuttavia che il fuoco della vendetta smetta di covare sotto le ceneri.
Questo è Cento per Cento di Sacha Naspini: un romanzo breve pubblicato dalle Edizioni Historica nella collana Short-Cuts che stupisce per la capacità dell’autore di rendere in maniera assolutamente credibile la figura di un boxer d’altri tempi, dosando in maniera precisa gli ingredienti della narrazione.
Quella scelta da Naspini è una scrittura asciutta, senza fronzoli, che ben si adatta alla caratterizzazione del personaggio principale di Cento per cento: burbero, maggiormente abituato a usare i pugni piuttosto che le parole, indurito dalla vita, dal carcere, dalle cicatrici che ha sul corpo e nell’animo. Un racconto narrato con voce ferma e decisa nonostante la menomazione che Carrisi ha riportato durante un incontro clandestino e che lo costringe a parlare come se avesse una patata in bocca, intervallato da frequenti sigarette o sorsi di grappa, indispensabili per sorreggerlo durante l’intervista e per consentirgli di arrivare in fondo, di esaurire il racconto del passato per ritrovarsi nel presente, fino al colpo di scena contenuto nell’ultima riga del libro.
E “tutto questo per dire che io sono nato pugile punto e basta”, come recita la quarta di copertina. “Al cento per cento. Non al settanta. O al novantanove. Al cento per cento, signori miei. E uno così, in questo mondo di pugili al sessanta e all’ottanta per cento, fa baldoria, credetemi”. Come per tutte le più riuscite metafore della vita e dell’arte, credo che questa regola sia applicabile anche al di fuori della boxe. Forse, in fondo in fondo, la diversità tra un uomo e un altro è solo una questione di percentuali.
Andrea Borla
Cento per cento
di Sacha Naspini
Edizioni Historica
Collana Short Cuts
Narrativa - Romanzo breve
Pag. 95
ISBN: 978890357282
Prezzo: € 5,00
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